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Cammino

Il cammino è associato al comportamento, alla condotta morale: stare o proseguire sul “retto” cammino. Non si cammina solo fisicamente, ma anche con la mente, con i pensieri, con il cuore. Con le emozioni, con i sentimenti. Tutto in noi è un procedere, lungo una strada che è il cammino della vita
È il camminare dell’ “interiorità”: condizione di apertura, di scoperta, di caduta e di solitudine; condizione che rende vivi e che trasforma. Atto che permette di lasciare la propria orma: «Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi» (Italo Calvino).

Il cammino ha il carattere di infinito e di eterno, apre al Mistero.

Certezza

Scegliere consapevolmente.
Da certus, participio passato del latino cèrnere (vagliare, separare, scegliere, discernere), certezza è lo stato mentale di ferma adesione a una proposizione o a una realtà conosciuta conseguente all’atto del cèrnere.
La certezza che sostiene e fa vivere è quella che si costruisce a poco a poco, grazie a dei fatti ma anche al di là di essi; si solidifica giorno dopo giorno con azioni oculate, responsabili e difficili; si nutre di gioie e di sconfitte; sa ricavare nutrimento da inevitabili dubbi. Non chiude  la porta al dialogo,  perché la certezza è impasto di sentimenti e principi su cui si fonda la nostra vita, in cui si incrociano volti, cuori ed emozioni delle persone che incontriamo e delle realtà che viviamo.

Coltura

Coltivazione, complesso dei lavori campestri: la c. della terra, dei campi; o, più spesso, in modo determinato: la c. del riso, delle piante da frutto; c. artificiali, a scopo di studio; piante erbacee da grande c. (o da pieno campo), quelle (cereali, foraggi, ecc.) coltivate su grandi estensioni e con l’impiego di macchine e attrezzi; piante da piccola c., quelle (ortensi e ornamentali) che coprono superfici limitate e sono prevalentemente coltivate col lavoro diretto dell’uomo; c. acquosa (o idrocoltura), coltivazione di piante con le radici nell’acqua, anziché nel terreno, con opportuna aggiunta di sali minerali. b. Terreno coltivato, o l’insieme delle piante coltivate: la grandine ha recato notevoli danni alle colture.

Conferma

Dal latino confirmare, composto dal prefisso con e da firmus (saldo), la conferma è l’atto del rafforzare, fortificare. Può riguardare un pensiero, una convinzione, una decisione o una relazione.

Confine

Ciò che ci separa e che ci unisce. Ambiguità e ricchezza.
Cum (con) e finis (fine). Ciò che chiude e ciò che, nello stesso tempo, apre.
Nell'Olimpio greco, Hermes è  Dio della porta e della soglia della città, dei crocevia e degli incroci.
"Qui dove la terra finisce e il mare comincia" (Luis Vaz de Camoes. Dinanzi a Cabo da Roca).

Identità e alterità. Confini per darsi un'identità, ma anche snodi attraverso i quali transitano moti della religione e decisioni della volontà;  varchi che danno calore ai sentimenti, respiro alle relazioni, luce alle emozioni e concretezza ai progetti. Solo  interiorizzando questo dinamismo e interpretando in questo modo il proprio essere uomo di confine possiamo pensare il mondo come luogo di relazioni e la storia come snodi piuttosto  insieme di nodi inestricabili.

Contaminazione

Nelle dinamiche politiche e sociali della contemporaneità, abitate dalla complessità e dalla globalizzazione, la contaminazione rappresenta un'opportunità. Porta aperta per l’innovazione personale e sociale, strumento essenziale affinché il possesso di alcuni (non solo di beni materiali) diventi ricchezza di molti, il vantaggio di alcuni diventi riscatto per molti, il sapere di pochi diventi potere per tutti. Solo «la contaminazione tra culture crea ricchezza».

Coraggio

Dal latino cor (cuore) habere (avere) o cor agere (agire col cuore). In ogni caso, resta il riferimento al cuore. Avere coraggio significa avere cuore. Possedere la forza d’animo, la volontà necessaria e la capacità di affrontare situazioni pericolose, difficili, penose o imprevedibili.

Cultura

Dal latino col re che significa innanzitutto “coltivare” e, in senso figurato, “avere cura”, “trattare con attenzione” e quindi “onorare”. La presenza della radice KwEL (girare) nel latino col re apre questo verbo anche al senso di “coltivare”, “girare la terra”, proprio come fa il contadino che ha cura della terra, la trasforma con il suo lavoro e a sua volta il lavoro trasforma la vita del contadino. Ma il senso di “cultura” esce arricchito dal legame che con essa ha anche “culto” (da cultus, part. perf. Di col re = ciò che è stato coltivato), con evidente rimando allo sguardo dell’uomo di fronte alla terra coltivata e al frutto che essa ha dato. E guardandoli, li onora e ringrazia con un’apertura che trascende il piano del visibile e spinge lo sguardo grato e contemplativo verso l’invisibile.

Cura

La cura – interessamento premuroso per una persona, per un essere vivente (pianta, animale) o per un oggetto - richiede impegno attivo, ma anche partecipazione emotiva e viene rivolta, in genere, secondo le indicazioni del mito, verso persone, esseri o oggetti deboli, bisognosi. Cura, nel mito, non aveva solo il compito di mantenere in vita le creature, doveva occuparsene, proteggendole, difendendole.
La cura è farsi carico del bisogno, anche non manifestato, dell' altro; è quindi assunzione di responsabilità; è andare oltre il dovere e svolgere la propria azione con l'intenzione di fare qualcosa per migliorare, tutto e tutti.

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