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G

Grazia

Alla parola grazia (Chen in ebraico, cháris in greco, gratia in latino) vanno ricondotti sentimenti e atteggiamenti di benevolenza, gratitudine, riconoscenza, indulgenza.
La grazia è, per sua natura, sproporzione, dono inatteso ed è estranea ai rigidi parametri del dare e avere. Esprime la «bellezza della gratuità di Dio» (A. Casati), contagiosa della gratuità fra gli uomini. È un dono che –  perché non va meritato ma semplicemente accolto – impegna. La gratuità della grazia non autorizza il disimpegno: «Grazia a caro prezzo è il tesoro nascosto nel campo, per amore del quale l’uomo va a vendere con gioia tutto ciò che aveva; la pietra preziosa, per il cui valore il mercante dà tutti i suoi beni; la signoria regale di Cristo, per amore del quale l’uomo strappa da sé l’occhio che lo scandalizza» (Dietrich Bonhoeffer).

Gusto

La ricchezza di significati che si accompagna all’etimo (GUS-TUS) della parola “gusto” spinge subito ad andare oltre, senza però ignorarlo, il riferimento principale a uno dei cinque sensi di cui è dotato l’essere umano: il gusto come senso che permette di percepire e distinguere i sapori.

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